MAZARA DEL VALLO. Un viaggio fra i luoghi dove hanno vissuto gli uomini che hanno fatto la storia della lotta alla mafia per realizzare un progetto di formazione civica e culturale. Gli alunni della scuola dei mestieri Euroform, sede di Mazara del Vallo, insieme ai loro docenti, hanno intrapreso il Tour della legalità. Guidati dalla coordinatrice, prof. Rosy Arena, i ragazzi dei percorsi di Trasformazione dell’agroalimentare e Operatore del benessere hanno visitato i luoghi dove i giudici dott. Giovanni Falcone e dott. Paolo Borsellino hanno combattuto la piaga di cosa nostra, pagando a caro prezzo con la loro vita una lotta che, grazie a chi ancora oggi riesce a trasmettere i loro insegnamenti di vita proseguendo sulla scia della legalità da loro tracciata, restano impressi nella mente di chi va a visitarli.
Fra coloro i quali incarnano una pura testimonianza di quanto tramandato dai Falcone e Borsellino, un loro fidato collaboratore, Giovanni Paparcuri che, insieme al Magistrato Francesco Tartaglia, presso il Tribunale di Palermo ha ricevuto la scolaresca mazarese, insieme ad altri numerosi visitatori, per far vedere in prima persona e toccare con mano, quello che i giudici hanno lasciato nei loro uffici.
Foto, appunti, documentazioni, fascicoli, libri, oggetti, indumenti, lettere scritte, ricevute e mai lette, elementi di un racconto che la narrativa di Paparcuri ha reso unico e toccante.
In molti fra gli studenti hanno immortalato il momento con delle foto per un ricordo che rimarrà per sempre nelle loro menti.
Tappa seguente, è stata la Casa circondariale de l’Ucciardone, ed in particolare l’Aula Bunker. Accolti dal Fuzionario Giudiziario del Tribunale di Palermo Rosario Zarcone, i ragazzi hanno calcato quei luoghi dove i giudici posero una delle pietre miliari della battaglia contro cosa nostra con il maxi processo che a fine anni ’80 coinvolse circa un centinaio di imputati e dove, negli anni a seguire, vi fu un susseguirsi di processi alla mafia che hanno sgominato le più pericolose bande di criminali che hanno sporcato il nome della Sicilia e non solo.
Il tour della legalità si è chiuso con la tappa a Cinisi, nei luoghi in cui l’attivista Peppino Impastato mise a nudo i piani criminali che caratterizzarono la provincia di Palermo negli anni ’70, pagando con la propria vita il voler andare avanti a testa alta diffondendo il coraggio delle proprie idee.
Un viaggio che in molti fra i ragazzi, ha lasciato un ricordo indelebile e la voglia matta di contribuire attraverso le proprie idee e l’incarnazione di uno spirito votato all’etica ed alla giustizia, alla creazione di uno stato civile e distolto da logiche malavitose.