AGRIGENTO. Spaghetti con aglio, olio e peperoncino; polpette di pane al sugo; biscotti “ccà liffia” (con la glassa); frittata di patate; pane fritto e bianco mangiare. Questi piatti ricordano quelli preparati dai nostri nonni. Un menù apparentemente ricco, ma realizzato con materie povere. Frutto di una creatività nata nel dopoguerra. E’ la fine della seconda guerra mondiale e bisogna fare i conti con un Paese scottato, che deve rialzarsi.
Una sana dose di ottimismo anche a tavola è riuscita a portare il sorriso a chi nelle tasche aveva solo un fazzoletto di stoffa. E ancora oggi, malgrado i tempi siano cambiati, la semplicità di questi piatti resta ancora viva. Gli allievi del Corso di Operatore della Trasformazione Agroalimentare, sotto la guida dei docenti professionisti, Claudia Caci e Rosario Marrella, hanno realizzato sapientemente il menù del dopoguerra. I sapori e gli odori sono quelli di un tempo.
Terrana, Passarello